100 anni di amore - Suore

Scuola dell'Infanzia "S. Antonio di Padova"
Navacchio (PI)
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100 anni di amore

Il Centenario
2-13 giugno 2005
I° CENTENARIO
DELLA FONDAZIONE DELL'ORDINE



NELLA GRATITUDINE:
100 ANNI DI DONAZIONE, DI DEDIZIONE

Eccoci a celebrare con gratitudine un secolo di storia, di presenza, di vitalità!
Eccoci di fronte a delle piccole, fragili, sempre giovani donne! Le Suore Oblate di S. Antonio di Padova, sono state generate nella Chiesa e inviate nel mondo perché dedicassero la propria esistenza all’educazione di piccoli, fanciulli e giovani; perché donassero le proprie  attenzioni a poveri e ammalati.
E proprio su questa disponibilità al servizio si è fondato tutto il loro operato.
Da subito le Suore Antoniane si sono dedicate alla catechesi parrocchiale, all’apostolato sociale e con la loro presenza e il loro servizio hanno dato un contributo concreto e spesso decisivo alla formazione delle coscienze, delle personalità, delle famiglie….
Tutto questo per rispondere a esigenze reali della società: per mano delle Suore sono sorte strutture semplici ma al tempo stesso imponenti per    le finalità preposte e i risultati conseguiti: orfanotrofi, istituti educativi, scuole materne, elementari, medie; case di riposo, che hanno affiancato e talvolta addirittura anticipato le strutture pubbliche   di molti paesi.
L’impegno delle Suore si è sempre concretizzato nella fedeltà alla vocazione specifica e al Carisma dell’Istituto, in un primo momento per mezzo della Fondatrice e successivamente per mezzo di ciascuna religiosa.
Per cento anni le Suore, abilitate e sostenute dall’azione dello Spirito, si sono dedicate alla Catechesi e al Servizio educativo e caritativo con costanti disponibilità, dinamismo, duttilità, facendosi emblema loro stesse del mandato evangelico radicato nella Spiritualità Francescana.
In cento anni le Suore hanno percorso l’Italia: Puglia, Toscana, Veneto, Lazio, Calabria e neppure i confini dell’Europa hanno arrestato il loro cammino: ad oggi le Suore hanno edificato ben tre comunità in India e coltivano l’ambizioso “ Progetto Africa” per il prossimo futuro.
Le Antoniane in questa lunga esperienza, senza compromettere la semplicità francescana, si sono contraddistinte per lo spirito di sacrificio, di generosità di dedizione; sono state apprezzate per quanto hanno realizzato e per la capacità professionale. Le opere da loro gestite hanno funzionato egregiamente, in molti casi meglio del corrispondente nel settore pubblico.
Oggi a cento anni di storia, di esperienze nel cambiamento epocale che stiamo vivendo, molte opere e strutture sono scomparse, ridimensionate, qualche volta, trasformate perché le vocazioni alla vita consacrata scarseggiano, perché la società è cambiata, ma grazie a Dio anche perché la fisionomia della religiosa ha recuperato un’identità più autentica, più spirituale. Con il Concilio Vat. II la Vita Consacrata è stata finalmente collocata nel cuore della Chiesa, nella sua vita, nel suo mistero e gradualmente anche le Suore Antoniane, guidate e sostenute dal medesimo Spirito che le ha suscitate, illuminate dal Magistero della Chiesa hanno cercato con passione di proclamare, testimoniare in modo vivo e consapevole la loro più vera identità, che non coincide con “quello che fanno”, ma che va ricercata in “ciò che sono”: – proprietà di Dio, donne riservate a Dio, disponibili al progetto, alle esigenze di Dio…. impegno reso possibile dal dono Vocazionale e dalla grazia della Consacrazione Religiosa che  rende capace , permette alla persona coinvolta di seguire Cristo, di condividere le sue  esperienze e  scelte di vita partecipando alla sua missione salvifica.
In questa relazione vitale con Cristo, i compiti, la missione delle Antoniane sono resi fecondi, fruttuosi, perché a contatto con Cristo che è Amore, Misericordia, Bontà, Tenerezza…è possibile assimilare concretamente ed efficacemente la sollecitudine, la passione per l’umanità. E così che la Religiosa continua sì a dedicarsi all’educazione e formazione dei piccoli, dei fanciulli e dei giovani; continua sì a svolgere il servizio caritativo ma con un nuovo potenziale, una nuova energia fino a testimoniare ed esprimere concretamente con i gesti, l’amore premuroso di Cristo stesso.
Con questa consapevolezza che sprona ad una fedeltà ad una coerenza sempre più responsabile, in questa tappa centenaria è doveroso ringraziare, benedire il Signore per la fiducia che ha riposto in ciascuna di loro, per il dono del Carisma, delle varie Comunità, per ogni religiosa italiana, indiana, congolese; per i bambini che hanno accolto, amato, gli anziani che hanno accarezzato, gli ammalati che hanno curato, i poveri che hanno sfamato, per ogni fratello che il Padre di tutti ha posto sul loro cammino.
Sr. Bertilla Fumarola
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